domenica 20 dicembre 2015

ACQUARI

Ti sento mancare nella vastità dell'oceano in cui riposo. Mi ritrovo ad esplorarne i tranquilli e silenziosi fondali, abitando ogni anfratto, ogni grotta, espandendomi a macchia d'olio, occupando ogni spazio.

I pochi spiragli di luce che sanno penetrare la possente coltre d'acqua e giungere fino a qui, proiettano a raggiera immagini del mondo superiore, ricordi sbiaditi e ricuciti insieme per tenere insieme le fila di un discorso, quel tanto che basta a poter rintracciare le vaghe sembianze di un senso. 

Intono un canto di sirene e ti scopro abitarmi dentro. Occupi inconsapevole ogni infinitesimo spazio, il movimento degli atomi mi parla di te. 

Non c'è danza ad accompagnare lo scorrere dei giorni. Si alternano le ore, il sole e la luna compiono il proprio corso nel cielo. Ma nulla giunge nitido fino a qui. Visioni su visioni si mescolano, scambiano e condensano, in un'orgia silenziosa di immagini. Il ricordo e il sogno fondono i loro reciproci confini.

Vorrei riposare, ma di tanto in tanto un elemento riaffiora catturando la mia attenzione. Un colore, un profumo, un fotogramma. Ed è un po' come destarsi.

Mi chiedo se non sia meglio continuare a dormire. Pesci morti galleggianti in un acquario.


(dipinto di Salvatore Morgante, "Viaggio al tramonto")

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