venerdì 14 agosto 2015

MENTRE FUORI PIOVE

29 maggio 2010

Mi sveglio. E' molto presto, inizia ad albeggiare. Dalla finestra aperta entra la luce fioca di un pallido sole. Ancora non sa scaldare l'aria che penetra, pungente e fresca, nella stanza. Mi avvolge, assieme al tenero profumo dell'erba bagnata. Piove. Abbandono le lenzuola bianche che portano ancora addosso l'odore di questa notte, l'odore di noi. Ne è impregnata la camera, il mio volto, le mie mani. Lascio che quel debole vento se lo porti via, lentamente. Me ne separo piano. Scendo dal letto. Spalanco la finestra che da sul giardino. La pioggia è leggera, attutisce i colori dell'erba e dei fiori. Tutto mi sembra ovattato, questa mattina. Sono scalza. Infilo una camicia. Esco, resto sotto la veranda a guardare l'acqua che scende, sbiadendo ogni cosa. Fa quasi freddo. Vorrei avere tra le mano una tazza di tè caldo. Mi stringo nelle spalle. Non penso a nulla in particolare. Resto così per qualche minuto, immobile davanti al mio giardino. Dovrei sistemare un paio di aiuole. Poi, sul tavolo, trovo il pacchetto di sigarette e l'accendino che hai dimenticato qui. Decido di accenderne una. Inspiro profondamente, immagino, sento il fumo che percorre la mia bocca, la gola, giù fino ai polmoni. Quindi nel sangue, al cuore e al cervello. Ad ogni tiro avvicino le mie dita al viso, ed insieme al fumo respiro anche l'odore che hai lasciato sulla mia pelle. Fumo con gusto, ad occhi chiusi. Ti rivedo nel buio della mia stanza, nel mio letto. Ti sento ancora tra le mie gambe. E' una sensazione forte, come quella della pioggia sul viso. Penso che vorrei restare così, immobile, per sempre. Aspettando il momento in cui tornerai, entrerai da quella porta e mi riempirai di te e del tuo odore, ancora, e ancora, e ancora. E ancora. Per sempre. Mentre fuori piove.